di Gianfranco Miro Gori
Giovedì 18 aprile scorso è stato presentato, nella biblioteca comunale di San Mauro Pascoli nell'ambito della rassegna Tempo libro, il volume 2018. L'anno che passò. Un sottile pensiero al fin mi scosse / per raccontar di ciascun giorno un fatto / nel volger breve di solo tre mosse (Il Ponte Vecchio) di Manlio Taglioli. Purtroppo non c'era molto pubblico ma il libro presenta non poche qualità e motivi d'interesse.
Manlio Taglioli, che attualmente risiede a San Mauro Pascoli, è nativo di San Benedetto Val di Sambro, e vive buona parte dell'anno a Mostar in Bosnia ed Erzegovina. Si è occupato di attività sociale e educativa nelle carceri italiane e ha organizzato progetti di cooperazione internazionale nella formazione e promozione sociale in varie parti del mondo nonché nella protezioni dei minori in diversi paesi europei. Ha pubblicato il dizionario Droga nella scienza e nel gergo (1994) oltre a poesie su riviste. L'anno scorso ha dato alle stampe sempre col Ponte Vecchio 2017. L'anno che passò del quale il volume di cui qui ci occupiamo riprende i modi formali e tematici.
Propongo ora alcuni brani tratti dall'introduzione che ho scritto per il volume. Inizia così: “Mi piace pensare che a Manlio Taglioli l'idea di questo libro sia affiorata assieme ai primi versi di L'aquilone di Pascoli: 'C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d'antico: io vivo altrove e sento / che intorno son nate le viole. / Son nate nella selva del convento...'. Anzitutto perché Taglioli risiede a San Mauro Pascoli che di Pascoli è il paese natale. In secondo luogo perché usa la medesima terzina a rima alternata e incatenata di endecasillabi. In terzo luogo perché applica la potente immagine, riverberata dai due versi iniziali che incrociano' nuovo' e 'antico'. (Sulla quale, per altro, Pascoli è tornato più volte.) Di fatti cosa fa Manlio Taglioli in 2018. L'anno che passò? racconta il mondo contemporaneo con un metro che risale addietro nella letteratura italiana […] Così giorno dopo giorno, per ogni giorno dell'anno (dal 1° gennaio al 31 dicembre), viene sinteticamente indicato un 'fatto' in quel giorno accaduto o che a esso rimanda e accanto (com)posta una terzina quale 'commento'.
Gli avvenimenti del giorno che appaiono nella cronologia sono frutto della scelta, tra tanti, dell'autore; e spaziano dalla politica estera alla politica interna, dalla cronaca di costume alla cronaca nera, dallo spettacolo alla cultura, allo sport, agli anniversari... fino a un episodio locale ma certo non localistico, anzi avente un respiro nazionale: il 5 maggio a San Mauro Pascoli il compendio di Casa Pascoli passa al comune”.
L'introduzione seguita con alcuni esempi di versi. Ne riprendo due, unitamente alla conclusione: “Il 6 febbraio crollano Wall Street e le borse asiatiche. Questa la terzina: 'Inflazione più su? Timor dolente? / Forse aumento de' tassi d'interessi? / Tutto è criptico, pure il conducente'. Il 5 marzo, con l'esito del voto delle elezioni politiche, ecco una terzina dedicata alla sinistra: 'Capovolgono qui Renzi e sua boria / scrutini, numeri, coalizione / e... scissionisti pien di vanagloria'.
Ma come leggere questo potente affresco di un anno, che si fonda su una scelta morale, non cela un intento formativo né disdegna il registro comico e satirico? Dedicarsi prima alla notizia poi ai versi di riferimento con un andamento oscillante da prosa a poesia, o fare l'esatto contrario partendo dai versi, oppure prima tutta la cronologia e quindi tutti gli endecasillabi, ovvero l'inverso? Non saprei. Personalmente ho letto tutti i versi immergendomi nella sequenza rimata, per la semplice ragione che sono esattamente gli endecasillabi e le rime che tengono assieme - almeno a me pare - i diversi argomenti narrati”.
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