A meno di una settimana dal voto botta e risposta tra il Pd e Nicola Rossi. Ad accendere la miccia è il Pd locale con un comunicato stampa che addita Rossi quale espressione della Lega. Secondo il partito, il simbolo salviniano accanto al nome di Rossi, le foto insieme a Salvini in occasione della visita a Forlì, e l’imprimatur di Morrone sono gli indizi che portano alla prova. Rossi non ci sta e ribatte: la Lega converge, insieme ad altri, in un progetto politico che non è di un partito. In sostanza, afferma di non essere il candidato della Lega.
L’attacco del Pd.
Scrive il partito a firma della segreteria: “Contano poco le recenti dichiarazioni di Rossi con cui ha tentato (maldestramente) di smarcarsi da questa area politica, per cercare il voto dei moderati, viste le foto apparse in cui applaudiva Salvini nell’imbarazzante comizio tenuto dal balcone di Piazza Saffi a Forlì, in oltraggio ai martiri antifascisti che quella piazza ricorda ed onora”. Da qui una netta presa di distanza delle proposte leghiste: “La Lega di Salvini, principale forza politica che sostiene e supporta Nicola Rossi, sta giocando con le paure della gente, alimenta l’odio, aumenta la rabbia delle persone. Alla Lega non interessa risolvere i problemi, interessa tenere i cittadini nella paura per speculare sul loro voto: altrimenti non si spiega come mai Salvini, in un anno, sia stato al Ministero che si occupa proprio della sicurezza pubblica solo 17 giorni”.
Il Pd nell’appoggio alla Garbuglia chiede una scelta di campo per una idea di società: “Nelle elezioni comunali non si deciderà soltanto un nome, un sindaco che dovrà guidare la città per i prossimi 5 anni. Ma si sceglierà anche una idea di società, un insieme di valori in cui riconoscersi. La coesione sociale, l’accoglienza, il lavoro, l’ambiente e la valorizzazione economica del territorio sono solo alcuni dei principi su cui si regge il programma della lista ‘Per San Mauro’. Il programma elettorale è fondato su progetti concreti e realizzabili, per continuare a migliorare San Mauro e renderlo ancora di più un paese efficiente e curato. In questi mesi, Luciana ha portato avanti un dialogo di sincero ascolto di tutti coloro disponibili a partecipare a questo progetto. Il dialogo, del resto, ha sempre contraddistinto Luciana, insieme al suo spiccato ‘pragmatismo romagnolo’, necessario per amministrare una comunità”.
Rossi replica.
“Non credo sia necessario spiegare perché sono stato presente a Forlì ad ascoltare il Ministro degli Interni, è ovvio che per un candidato sindaco il dialogo tra istituzioni sia fondamentale, e ho applaudito quando in sala il Vicepremier ha parlato di portare finalmente cambiamento in una terra troppo a lungo legata ad uno stesso sistema di potere e d’apparato. Noi saremo l’amministrazione di tutti anche perché abbiamo una squadra che racchiude vedute politiche genuinamente plurali ma convergenti su un progetto di rinnovamento; nonostante l'appoggio di diverse forze politiche io non sono iscritto a partiti e credo che la figura del Sindaco debba garantire trasparenza, imparzialità e rispetto di qualsiasi idea anche se diversa dalla tua.
Credo profondamente nella libertà e nel rispetto della legge e della Costituzione, che è il vertice del nostro ordinamento, e di cui un'amministrazione deve essere garante, per il bene della nostra Italia; chiunque si opponga a questi valori – fascista o meno – non mi potrà mai rappresentare in termini politici”.
Sulla questione fascismo. “Mi permetto anche una provocazione: fascismo è un colore o una metodologia di azione? Mai durante questa campagna elettorale mi sono permesso di offendere (e mi riferisco alle dichiarazioni del sindaco su "bambino" e "lista di incapaci"), o dividere le persone in amiche e nemiche sulla base delle convinzioni politiche (e mi riferisco all'articolo di giornale sul Carlino in cui il sindaco dichiara "abbiamo sempre collaborato fattivamente e penso che le scelte politiche del presidente Protti abbiano inficiato i rapporti con l'amministrazione comunale")”.
L’invito a concentrarsi sui contenuti. “Il mio invito è e resta quello di concentrarsi sui contenuti e leggere oltre agli slogan; se davvero vogliamo parlare di un’idea di società, noi siamo gli unici a proporre strumenti di partecipazione democratica come le consulte o consigli di zona, progetti che vanno nella direzione di una comunità più viva, e di un’amministrazione fondata sul principio di sussidiarietà, concetto diametralmente opposto all’autoritarismo”.
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