
Lele e Moschina sposi
Lele e Moschina erano diventati una coppia fissa, anzi un tutt'uno, sempre insieme, sempre zampa nella zampa, sempre intenti a scambiarsi bacetti e carezze, insomma un amore totale, così che decisero all'istante di convolare a giuste nozze, era inutile attendere ancora perché la vita delle mosche è breve e non c'è tempo da perdere in inutili attese.
Decisero in meno di un attimo il giorno, l'ora e il luogo della cerimonia nuziale: fra due giorni, alle undici sotto il cappello del fungo rosso ai margini del bosco vicino al fiume.
Due giorni giusti per gli inviti e per predisporre nel migliore dei modi tutto ciò che si riteneva necessario per una cerimonia tanto importante, mica scherzi, si trattava di un matrimonio, ma non di uno come tanti altri che se ne celebravano tra il popolo delle mosche, questo era il più importante matrimonio degli ultimi mesi, si sposava nientemeno che l'eroe della grande battaglia del ristorante, da allora, infatti, Lele era divenuto una celebrità e le mosche, parlando tra di loro tra un volo e l'altro, lo avevano trasformato in un mito.
Naturalmente per prima cosa si dovettero prendere accordi con la mosca prete, non un grande problema, da tutti considerata buona come un pezzo di pane, era disponibile come sempre e sarebbe venuta accompagnata da due moscerini fidati che l' avrebbero assistita durante la funzione in qualità di chierichetti.
E venne il grande momento, Lele per l'occasione indossava un completino blu gessato formato da una giacchetta e tre paia di pantaloni che coprivano le sei zampette, con un filo d’erba verde s’era fatto una cravatta annodata su una bianca camicia.
Assomigliava proprio ad un modello uscito da una rivista di moda, non sembrava neanche più lui, le giovani mosche presenti si mordevano le labbra per averselo lasciato sfuggire e provavano forti sentimenti d'invidia verso la promessa sposa.
Il fiorellino bianco sistemato nel taschino della giacca, gli conferiva un’aria irresistibilmente romantica che suscitava lunghi sospiri mentre avanzava tra la folla delle mosche.
Anche Moschina non era però da meno, fasciata nel suo bianco vestito disegnato dal famoso stilista “Moschino” e ricavato dalla tessitura di fili provenienti dalle numerose ragnatele presenti un po' ovunque. La stoffa così ottenuta era stata poi lucidata dalle lumache che vi avevano scorrazzato sopra avanti e indietro ripetutamente e infine cucita dalle vespe col loro pungiglione. Ora fasciava perfettamente il corpicino di Moschina e ne metteva in risalto le forme aggraziate, illuminata poi dai raggi del sole, emanava una luce che incantava i tanti maschi presenti che non si davano pace per non averla notata prima.
Una coppia di grilli tassisti li aveva condotti al fungo facendoli accomodare sulle verdi elitre di una possente cetonia che essi stessi avevano adattata a mezzo di trasporto e pilotata con maestria, quando raggiunsero il luogo nell'ora programmata, già li attendevano i numerosi invitati, mosche in gran parte ma anche gruppi di vespe e zanzare elegantemente acconciate per l’occasione.
La cerimonia fu assai suggestiva ed emozionante, due eleganti mosche rigorosamente vestite di nero fungevano da testimoni ai lati degli sposi, la mosca-prete sbrigò velocemente la funzione e quando ad alta voce domandò a Lele se voleva sposare Moschina, questi rispose con un sì fiero e baldanzoso, al ché anche lei, al colmo dell'emozione, rispose sì con un filo di voce tremolante e immediatamente scoppiò in un pianto di felicità che commosse i presenti che ora incredibilmente piangevano tutti, o quasi.
All’uscita dal cappello del fungo, lancio di chicchi di riso a non finire, baci a destra e a sinistra, poi tutti in fila formando un lungo corteo, volarono dietro ai nuovi sposini che li condussero a consumare il grande pranzo allestito sopra una formidabile e fresca cacca di mucca, era gigantesca, veramente squisita, emanava un profumo celestiale e, la cosa più importante, ce n’era per tutti in abbondanza. Veramente un matrimonio da favola!