LE STORIE DEL MAESTRO PIERO
IL MAESTRO PERO - Ottava puntata
Il malconcio maestro Pero aprì prima un occhio, poi l'altro e sorridendo come lui sapeva fare, disse:

Che festa allora: baci, abbracci e gioia infinita.
Erano accorsi anche gli scolari delle altre classi che volevano ascoltare i racconti del maestro Pero perché avevano stimolato la curiosità di tanti ed inutilmente le maestre furibonde urlavano che era ora di rientrare in aula e che la ricreazione era terminata.
Tanti scolari, e di ogni classe, erano seduti per terra sull'erba fresca e ascoltavano affascinati l'albero che raccontava del viaggio delle rondini verso i paesi caldi, le storie rigide del gelo e della neve e dell'eterna favola dell'avvicendarsi delle stagioni.
“IN AULA... IN AULA...!”. Gridavano parte delle maestre stizzite.
“IN AULA...IN AULA...!”. Ripeteva la direttrice accorsa a dar man forte alle maestre arrabbiate.
“IN AULA...IN AULA...!”. Urlavano i genitori ammassati attorno alla rete di protezione.

Ma gli scolari non se ne davano per inteso, anzi ad un certo punto fra tanto clamore alzarono la loro precisa richiesta:


- E PERCHÈ NO? Chiese un genitore.
- E PERCHÈ NO? Chiesero altri genitori.
- E PERCHÈ NO? Chiesero le maestre.
- E PERCHÈ NO? Si disse la Direttrice, la quale alzando poi una mano e chiedendo silenzio ordinò:

Fu così che il maestro Pero ritornò nella sua classe ben radicato al centro dell'aula e, ci fu molto altro, ogni classe ebbe un suo albero e tutti furono da allora felici e contenti perché ciò che un albero poteva insegnare agli scolari era molto di più di quanto un libro potesse mai contenere o un insegnante inventarsi.

E la scuola divenne finalmente bella, interessante, varia, viva, era insomma per tutti il luogo più bello che si potesse desiderare.
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