E' PURIN (2)
Cla volta u s'la avdet propi brota e ui faset 'na figuraza,
cio, e cnet andaè a prucès pr'u na vargugnòusa sturiaza.
L'era staè a caza, mo un cuntadòin u l'avòiva denunzié me' magistraè,
parché, sgònd a leu, l'avòiva tirat me' su ploit e u l'avòiva mazaè.
La matòina de' prucès u s'era mes e' stì bon da la fèsta,
l'era davaènti a e' giodicc a spitaè la dmanda e intaènt e scruleva la tèsta.
“Signor Baldinini”, e taca e giodicc, “il reato è pesante,
lei è accusato d'aver ucciso un tacchino da perfetto furfante!”.
“Na, sgnòur giudice, non era un tacchino, era solo un pelito!”.
“Lasciamo stare, mi dica come è avvenuto questo delitto.”
“Mo che delitto, è stato un accidente, io avevo puntato un fasano,
la coipa è del pelito, se si dava 'na mossa, dastora stava sano,
mo l'animalo mi ha traversato e mè non lo veduto moiga bene,
ou, ai s'era dalungo, e na due passi cmè che il contadino sustiene,
acsè non ho fatto tempo a scavidarlo,
mo vi zuro che a gnanca ci pensavo a mazarlo.”
“A che distanza era il tacchino, quanti metri da lei?”.
“Mo gevessere... zento... utanta...stanta....direi.”.
“Non mi prenda in giro, mi dica l'esatta distanza!”.
“ ...venti...dieci...sèt...mo se valà, j era troi i metar in sustanza!”.
Dis che tra 'na risaèda e un'incazaèda, un acord i la truvaè,
e' Purin u j à pagaè e' ploit e la cvis-ciòun la s'è ceusa a lè.
E' PURIN (2)
Quella volta se la vide proprio brutta e ci fece una figuraccia,
ohi, dovette andare a processo per una vergognosa storiaccia.
Era stato a caccia, ma un contadino l'aveva denunciato al magistrato,
perché, a suo dire, aveva sparato al suo tacchino e l'aveva ammazzato.
La mattina del processo, indossato il vestito buono della festa,
era davanti al giudice in attesa della domanda e intanto scrollava la testa.
“Signor Baldinini”, inizia il giudice, “ il reato è pesante,
lei è accusato d'aver ucciso un tacchino da perfetto furfante!”.
“No, signor giudice, non era un tacchino, era solo un pelito!”.
“Lasciamo stare, mi dica come è avvenuto questo delitto.”.
“Ma che delitto, è stato un incidente, io avevo mirato ad un fagiano,
la colpa è del pelito, se si dava una mossa, a quest'ora era sano,
ma l'animale mi ha attraversato ed io non l'ho potuto vedere bene,
ohi, ero lontano e non a due passi come il contadino sostiene,
così non ho fatto in tempo ad evitarlo,
ma vi giuro che neanche ci pensavo ad ammazzarlo.”
“A che distanza era il tacchino, quanti metri da lei?”.
“Ma potevano essere...cento...ottanta...settanta...direi.”.
“Non mi prenda in giro, mi dica l'esatta distanza!”.
“...venti...dieci...sette... ma si valà, erano tre metri in sostanza!”.
Si dice che tra una risata e un'arrabbiatura, un accordo l'abbiano trovato,
il “Purin” gli ha pagato il tacchino e il diverbio si è superato.
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