MITI E LEGGENDE DELL' ANTICA GRECIA
Clizia era una ninfa perdutamente innamorata di Apollo, il dio del Sole e per questo guardava sempre il cielo, nella speranza di vedere il suo amato attraversare la volta celeste sul suo carro di fuoco. Tra i due ci fu un gioco di lusinghe, tenerezze e seduzioni, ma ben presto, Apollo si stancò dell’amore di Clizia e la abbandonò, per dedicarsi alla conquista della mortale Leucotea di cui si era perdutamente innamorato.
La giovane però veniva tenuta segregata e sotto stretto controllo dal padre all’interno del suo palazzo perché, gelosissimo della bellezza della figlia, non intendeva concederla ad alcuno.
Apollo, bruciante di passione, per riuscire a rimanere solo con lei si trasformò nella madre della fanciulla, riuscendo così ad entrare nella sua stanza e con l’inganno a rimanere da solo con lei, dopodiché fu facile per il dio conquistarla e farla sua.
A questo punto Clizia, gelosissima ed infuriata, decise di vendicarsi e riferì quanto accaduto al padre della giovane, il quale si infuriò enormemente, ma, non potendo vendicarsi su Apollo, che era sempre il dio del Sole, punì con una morte atroce la debolezza della figlia, seppellendola viva in un prato abbandonato.
Apollo tentò invano di salvare l’amata, cospargendo il luogo della sepoltura di un nettare profumato e convogliando i raggi del sole sulla sua tomba per cercare di farla resuscitare; ma dalla terra inumidita e riscaldata nacque solo una splendida e profumata pianta dalle foglioline sottili e dai fiori di color azzurro-violaceo, il rosmarino, che si ergeva verso il cielo con animo eterno in un desiderio di libertà, ma legata eternamente alla terra da possenti radici.
Allora Apollo, infuriato, non volle più vedere Clizia e la ripudiò per sempre.
Per questo la ninfa, disperata ma sempre innamorata, rimase immobile in un campo per nove giorni, senza toccare né acqua, né cibo, si nutrì solo di rugiada e di lacrime e mai si staccò da quel posto, non faceva altro che fissare il volto del dio che passava, seguendone il giro con lo sguardo.
Lentamente il suo corpo si irrigidì, i suoi piedi di conficcarono nella terra ed il suo esile corpo si trasformò in un lungo stelo sottile, i suoi capelli diventarono una gialla corolla e Clizia si trasformò per sempre in un girasole, il fiore in grado di cambiare inclinazione durante il giorno secondo lo spostamento del Sole nel cielo.
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